La libertà

Il tempo si stava rimettendo a Genova. Vi erano ancora nuvoloni scuri ma poco importanti. Anzi l'alba quella mattina aveva regalato alla terra un insolito colore fucsia. Giorgia ricordava bene il quadro della zia defunta: rappresentava Apollo su di un carro ad annunciare il nuovo giorno. Il Dharma. Già da bambina Giorgia aveva desiderato di avere quel quadro che da un punto di vista artistico era di scarso valore. Invece era toccato agli inquilini della casa della zia. I genitori di Giorgia se ne erano infatti disinteressati. Quella bambina ora diventata adulta era una via di mezzo tra una che aveva capito molte cose ed una che aveva il caos nella testa.
Puoi dirmi che sono tutta matta Gino.
Non te lo direi mai.
Io ad ogni modo lo prenderei come un complimento.
Se non facesse male...
A volte fa un po' male.
Ad ogni modo adesso era entrato nella casa di Giorgia un nuovo quadro. Rappresentava un uomo con un ciondolo al collo ed era detto Maya: illusione. Cosa significava esattamente? Lei lo aveva sempre saputo che la realtà è un'illusione. Le passioni ci legano ad essa facendoci sperimentare i nostri limiti. Invece bellissimo era l'ultimo inedito di Franco Battiato: Torneremo tutti finché non saremo liberi. E' una bellissima prospettiva. Ma intanto la sua vita procedeva a rilento come un treno a vapore. Bloccata tra le mille possibilità ed i mille lacci dell'esistenza. Avrebbe voluto anche lei sentirsi veramente libera ma non conosceva davvero nessuno che lo fosse fino in fondo o molto pochi.

Commenti