Non c'è nessuna urgenza

Comincio da questa scrivania: troppo ingombra, troppo piena. Fogli, soltanto fogli e qualche portafortuna. Una Madonna del Benvenuti - bellissima - appesa alla parete in un edificio improbabile. Oh improbabile perché opera di cementificazione priva di garbo. Luogo molto accogliente. Luogo di paghe, di lavoro sicuro e maldicenze. Ma - si sa - negli uffici è così: tutti battibeccano su tutto ancorati alle loro tranquille vite apparenti. Cosa c'è dietro questo palazzo? Vite "normali" fatte di invidie ed insoddisfazioni quotidiane. Mi domando: io ne faccio parte o sono una anomalia? Una anomalia rivoluzionaria. Vado e vengo. A volte rimango. Non mi lamento. Non ho figli né marito. Non ho amici - se non pochi - e sono miracolosamente viva.
Tutto questo pensava Jennifer mentre si avvicinava l'ora della colazione - le 10.00. Ora in cui indossava le cuffiette per isolarsi dai soliti discorsi sparandosi la sua musica preferita a tutto volume. Amava la musica indipendente. Amava farsi i fatti suoi soprattutto. Anche se non era una presenza che passava inosservata. Sì, quella ragazzona dalla folta chioma corvina ed un'istruzione di tutto riguardo, faceva un manicomio all'Isvat - l'ente che la "ospitava" da circa un ventennio. Dopo un concorso vinto per bravura ed averne viste di ogni colore. A cominciare dalla sua voce che non abbassava praticamente mai. Vi erano dei codici invece da rispettare: abbassare la voce quando si dice qualcosa di sconveniente, per esempio.
E' un'usanza che a me dà fastidio, chiamala paranoia.
Lo so, ma lo fanno tutti.
Io no. E comunque non mi riesce
Ad ogni modo adesso le si prospettava la possibilità di una "evoluzione". Intendo da un punto di vista della carriera. Le probabilità erano veramente basse di fronte ai grandi numeri. Ma lei era ottimista: la stagione dei concorsi si stava riaprendo. Infatti si era già presa, nell'ordine: l'influenza, la sciatica ed anche una infiammazione alla cuffia dei rotatori. Perché? Paura di mettersi alla prova? Molto probabilmente sì. Le era già successo questa estate: aveva dovuto rinunciare addirittura ad un viaggio di lavoro per lei molto importante. Ora, importante sarebbe stata la sua tenuta. E più lei voleva farcela, più le si manifestavano i dubbi, le incertezze, anche fisicamente, sotto forma di ostacoli di ogni tipo.
Prendi in mano la tua vita Jennifer. Ce la fai. Portala nella direzione dove tu desideri. Diventa il capitano del tuo vascello. E' nelle tue possibilità. Sei una grande forza e soprattutto ricorda: non c'è nessuna urgenza. Niente che tu non possa affrontare o risolvere.
No...
Ho capito, non sarai onnipotente ma ciò che ho detto è vero. E tu lo sai.

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